Giustizia

Occhio per occhio e il mondo diventa cieco” diceva Gandhi. 

Solo una società partecipe e consapevole può arginare questa deriva. La sicurezza, questa condizione a cui tutti legittimamente aspiriamo, non passa dalla pena, dalla mera privazione di libertà e di dignità, ma viene solo attraverso l’inclusione, la giustizia sociale, l’educazione, proprio come previsto dal terzo comma dell’art. 27 della nostra lungimirante Costituzione:

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

L’approccio retributivo che caratterizza il nostro ordinamento si è peraltro rivelato  totalmente inefficace: statistiche alla mano, quasi il 70% di coloro che escono dal carcere torna a delinquere.

In linea con i principi del My Life Design®, vogliamo farci promotori di un nuovo paradigma di giustizia: una giustizia consapevole che consenta sia a chi ha subito un danno che a chi lo ha causato, di rielaborare il proprio vissuto in un processo di autentica guarigione che porti ad un vero cambiamento. 

Per fare ciò occorre il coinvolgimento di tutti: non solo le due parti in causa, ma gli operatori penitenziari, i familiari, la comunità. Siamo tutti interconnessi, non è ipotizzabile curare il male agendo su una sua singola manifestazione, limitandosi ad allontanare un soggetto che ha sbagliato.

Portare la consapevolezza e il perdono nelle carceri era un atto dovuto che finalmente si sta realizzando, per innescare processi di profondo cambiamento grazie a strumenti concreti, laddove ce n’è più bisogno.

EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA NEGLI ISTITUTI PENITENZIARI

L’esperienza dei Dialoghi sul Perdono nelle carceri della My Life Design Foundation ha contribuito a declinare i valori e gli strumenti del My Life Design® a questa complessa realtà.

Sulla scia del progetto pilota Liberi Dentro, stilato col Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per il carcere di Milano Bollate, collaboriamo con gli istituti che desiderano offrire l’opportunità di un vero e proprio percorso di consapevolezza e riscatto della persona, in vista del reintegro nella società, o che intendano munire gli educatori e la polizia penitenziaria di strumenti efficaci per la gestione dello stress e del conflitto insita nel loro complesso lavoro.

I progetti vengono strutturati secondo le diverse caratteristiche ed esigenze degli enti richiedenti, ferme restando le metodologie utilizzate.

Sono incentrati sul perdono nella sua accezione laica e profonda, come processo capace di riequilibrare sia la sfera intra-psichica che quella interpersonale dell’essere umano, così come dimostrano numerosi studi scientifici. Vengono poi integrati con tecniche di gestione delle emozioni e del conflitto, nonchè supportati da pratiche di autoconsapevolezza e meditazione, che incidono concretamente sulla qualità di vita delle persone, agendo su vari livelli, tutti interconnessi tra di loro: fisico, vitale, comportamentale, emozionale, relazionale.

L’obiettivo è stimolare un percorso di crescente consapevolezza, che porti a sviluppare abilità quali l’empatia e l’intelligenza emotiva, faciliti la rielaborazione ed integrazione del passato e aiuti a costruire relazioni sane ed equilibrate.

AREE DI INTERVENTO

EDUCAZIONE

integrazione sociale

GIUSTIZIA

economia consapevole

SALUTE

ambiente