
“Occhio per occhio e il mondo diventa cieco” diceva Gandhi.
La sicurezza, a cui tutti aspiriamo, non si ottiene con la mera privazione della libertà, ma mediante l’inclusione e l’educazione, proprio come previsto dall’art. 27 della nostra lungimirante Costituzione:
“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
L’approccio retributivo che caratterizza il nostro ordinamento si è peraltro rivelato inefficace: statistiche alla mano, quasi il 70% di coloro che escono dal carcere torna a delinquere.
Ispirati dai principi del My Life Design® promuoviamo un nuovo paradigma: una giustizia consapevole che consenta sia a chi ha subito un danno che a chi lo ha causato di rielaborare e integrare l’accaduto, in linea con la giustizia riparativa.
Per fare ciò occorre il coinvolgimento di operatori penitenziari, familiari, comunità. Siamo tutti interconnessi: non è ipotizzabile curare il male agendo solo sulla sua manifestazione, limitandosi a isolare chi ha sbagliato.
Grazie a formatori e volontari qualificati, incontriamo i giovani per fare prevenzione e operiamo nelle carceri per innescare processi di presa di coscienza e profondo cambiamento.
Per qualunque informazione, puoi scriverci a onlus@mylifedesign.org
EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA NEGLI ISTITUTI PENITENZIARI
Il nostro impegno inizia nel 2016 con i Dialoghi sul Perdono. Un format che ha coinvolto centinaia di persone detenute in una quindicina di penitenziari, per diffondere il perdono quale valore laico e strumento di trasformazione individuale e sociale, come la scienza sostiene.
Da quell’esperienza è nato nel 2018 il progetto pilota Liberi Dentro. Il percorso è stato avviato, presso il carcere di Milano Bollate, in accordo col Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Da allora collaboriamo con gli Istituti che desiderano offrire l’opportunità di un vero e proprio percorso di consapevolezza, responsabilizzazione e riscatto, in vista del reintegro in società al termine della pena.
I progetti, strutturati secondo le esigenze degli enti richiedenti, possono essere rivolti anche a educatori e polizia penitenziaria, racchiudendo strumenti efficaci per fronteggiare lo stress e il conflitto insiti nel loro complesso lavoro.
PERDONO E MEDITAZIONE STRUMENTI PER LA GIUSTIZIA
Uno dei focus di questi percorsi è il perdono, processo capace di riequilibrare sia la sfera intrapsichica che quella interpersonale dell’essere umano, come dimostra ampia letteratura scientifica. Viene poi fatta esperienza di pratiche di autoconsapevolezza e meditazione, che incidono sul benessere agendo su vari livelli connessi tra loro: fisico, vitale, comportamentale, emozionale, coscienziale. Un approccio integrato dunque, un’educazione dell’Essere Liberi Dentro, a partire dal proprio mondo interiore.
L’obiettivo è stimolare un percorso di consapevolezza che porti a sviluppare abilità quali l’empatia e l’intelligenza emotiva, faciliti la rielaborazione del passato e aiuti a costruire relazioni sane ed equilibrate.
Dal 2021 è attivo “Caro amico ti scrivo…”, un progetto di scambi epistolari. Nato ai tempi dell’emergenza sanitaria é divenuto permanente, per i bellissimi risultati conseguiti: un ponte che supera le mura del carcere e spesso anche quelle interiori.