Questo è il cambio di paradigma su cui oggi, Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, vogliamo riflettere.
“Bullo. Molti la fanno discendere da una antica parola tedesca, bule, che significa «amico intimo». Significato positivo che però arrivando in Italia dal Veneto, proseguendo verso sud si sarebbe degradato fino a descrivere il giovane prepotente. Altri scomodano l’olandese boel (vuol dire fratello) che però non doveva comportarsi proprio bene se successivamente «invadendo» l’inglese avrebbe in qualche modo generato l’inglese bully (prepotente)” (https://www.corriere.it/scuola)
Le parole non descrivono la realtà ma l’interpretazione che di essa ne facciamo. Ecco come in origine il bullo è un’amico intimo, un fratello e oggi è il prepotente, il carnefice.
Quale dei due significati è il veritiero? Entrambi e nessuno. Perché ognuno di noi volge lo sguardo a se stesso, agli altri e al mondo e lo interpreta umanamente.
Integrare l’Educazione dell’Essere significa integrare un’attitudine educativa che opera non “contro” qualcosa ma “verso” se stessi, verso la comprensione e consapevolezza di se. Solo così possiamo abitare consapevolmente i gesti, la parole, i pensieri, le emozioni e la Vita.
Prima ancora di chiederci cosa fare contro il “bullismo” chiediamo come lo viviamo, come lo sentiamo e pensiamo. Dal dialogo e l’ascolto con noi stessi e con gli altri emergerà spontaneamente l’azione.
E allora oggi fermiamoci, creiamo momenti e spazi di ascolto e dialogo con i bambini, i ragazzi e soprattutto con noi stessi. Ciò implica accettazione, pazienza, responsabilità, amore incondizionato, fermezza, determinazione, coraggio, fiducia. Siamo disposti a cambiare prospettiva?

La radice del bullismo è dentro ognuno di noi.
Valeria Pompili ~ Responsabile My Life Design Educational
Scopri di più sul nuovo progetto di Educazione dell’Essere che accompagna i ragazzi nell’ascolto delle proprie emozioni e di se stessi, come una vera e propria bussola: Il Sentieri dei 7 Valori