Il progetto “Caro amico ti scrivo…” è nato durante le restrizioni dell’emergenza sanitaria per raggiungere le persone detenute, completamente isolate dal mondo, nell’unico modo possibile: lo scambio di lettere.

Tanti e tali sono i ponti creati tra chi sta dentro e chi fuori dal carcere, che è diventato un servizio permanente, grazie ai volontari dell’Area giustizia che si sono messi a disposizione.

Così facendo, si sono aperti ad un lavoro profondo su di sé, perchè lo scambio può scoprire paure latenti, pregiudizi, bisogni.

Ed è così che i ruoli si invertono: la persona detenuta diventa “maestro”, diventa specchio per guardare dentro se stessi e nasce uno scambio vero e reciproco.

Si acquisiscono anche nuove sicurezze, comprendendo che possiamo sempre donare qualcosa.

Condividiamo la testimonianza di Stefania Careddu, una volontaria del progetto.

E’ successa una cosa grave: un ragazzo di 19 anni, amico di mio figlio, ha ucciso un uomo in una rissa e ora si trova in carcere in attesa di processo. Ho versato tante lacrime, poi ho preso il coraggio di informarmi su dove fosse recluso e gli ho scritto. Di questo mio gesto devo ringraziare il ‘nostro’ progetto. Vorrei riuscire ad instaurare un rapporto con lui per stargli vicina e trasmettergli i valori del My Life Design.

Grazie a tutti coloro che si sono messi in gioco e che portano Amore nel mondo!

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