GIP – edizione 2019

ANTEPRIMA
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Roma, Campidoglio – 14 giugno 2019

LA GIUSTIZIA RIPARATIVA E RICONCILIATIVA

La giustizia italiana arranca tra varie criticità: indici di recidiva altissimi, costi ingenti, condanne da parte della Corte Suprema di Strasburgo, solo per citarne alcuni.
Perché allora la giustizia riparativa, promossa da tempo dalle direttive sovranazionali, stenta così tanto a trovare una propria collocazione, sia normativa che applicativa?

Da questa riflessione è partito il dibattito del 14 giugno u.s. presso il Campidoglio di Roma, organizzato dalla My Life Design Onlus, promotrice di educazione alla consapevolezza, anche all’interno delle carceri.

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Occasioni di confronto così importanti per ridefinire il paradigma diffuso di giustizia punitiva sono momenti di riflessione che servono a rimettere al centro il valore umano delle persone. Il detenuto è un individuo che ha sbagliato e pagherà per la sua colpa, ma è innanzitutto un individuo. Il debito del reo nei confronti della società non viene annullato, ma ne viene dato un senso diverso: la punizione non porta a risultati positivi per la collettività. La rieducazione, invece, mette il condannato in condizioni di affrontare la propria colpa riconciliandosi con le vittime e con la società, anche attraverso lavori di pubblica utilità
Daniele Frongia, Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Cittadini con delega ai rapporti con il Garante dei Diritti delle Persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

La Garante di Roma capitale, Gabriella Stramaccioni, ha confermato il preoccupante ritardo dell’Italia, rispetto ad altri paesi, in tema di giustizia riparativa, specie a livello istituzionale. Lodevoli invece le iniziative all’interno delle carceri proprio di coloro che hanno subito gli effetti dei reati, come alcuni familiari di vittime di mafia, che hanno deciso di intraprendere un percorso inimmaginabile, per capire e affrontare quanto accaduto. Devono essere prese ad esempio per una buona pratica, dichiara,  in attesa di un quadro normativo specifico.  Attualmente vi sono criticità sul fronte dei percorsi rieducativi per gli autori di reato e al contempo non viene assicura la dovuta attenzione alle esigenze delle vittime e dei loro familiari. Su entrambi i fronti, conclude, occorrono specifiche professionalità, in grado di  far fronte alle mille difficoltà dei processi riparativi.

Esemplificativa a tal proposito la testimonianza di Lucia di Mauro, moglie di Gaetano Montanino, vittima in servizio, la quale ha avuto il coraggio e la forza di concedere una possibilità all’autore del delitto, minorenne all’epoca dei fatti. L’iter è però tuttora non ben definito, a causa delle lacune normative e dell’inadeguatezza delle strutture preposte.

Il Presidente onorario della My Life Design Onlus, Daniel Lumera, ha spiegato i principi alla base del metodo applicato nelle carceri, che guida i singoli individui in un percorso di presa di coscienza di sé e dell’altro, in tutte le sfere dell’essere umano, individuali e relazionali, affinchè possano maturare quelle consapevolezze e attitudini necessarie per un profondo e reale cambiamento.  L’Associazione si prefigge di accompagnare non solo chi ha commesso un crimine, ma anche chi l’ha subito, nonché i soggetti coinvolti a vario titolo (polizia penitenziaria, educatori, ecc) mediante percorsi propedeutici e mirati al buon esito di processi di giustizia riparativa e al reinserimento sociale degli ex detenuti.

Presente al tavolo dei relatori anche il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, nella persona di Daniele Papi, Vice Coordinatore nazionale dei lavori di pubblica utilità, col quale si è affrontato il tema dell’anomalia relativa alle spropositate tempistiche della giustizia italiana, a causa delle quali talvolta si perviene ad una condanna definitiva svariati anni dopo il fatto, con tutte le ripercussioni conseguenti.

Ha concluso l’incontro Olivier Clerc, scrittore e conferenziere internazionale, fondatore dei Cerchi del perdono in Francia, che ha portato un punto di vista di oltre confine sulla restorative justice.

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