L’arte dell’attesa

“Alcuni mesi fa, con gioia, sono diventata volontaria del progetto Caro Amico Ti Scrivo.  

Al momento di scrivere la lettera però, ho avuto molti dubbi… Cosa dico? Come lo dico? Come inizio? … e se poi non va bene…?.

La mente non mi era d’aiuto, anzi, mi rendeva la cosa alquanto difficile! Passavano i giorni, finché ad un certo punto ho lasciato che la parte più profonda ed autentica di me emergesse e ho ascoltato le sue parole.

Contenta di aver finalmente composto la lettera, l’ho spedita e mi sono messa in attesa della risposta.  

Ma passavano le settimane e della lettera che attendevo, nemmeno l’ombra…

I dubbi dell’inizio sono tornati potenti e ho cominciato a pensare di aver sbagliato qualcosa, a rimuginare su cosa poteva averlo indotto a non volermi rispondere..

Per fortuna, le persone stupende che mi circondano, a loro volta impegnate in questi progetti, mi hanno ricordato che tutte quelle preoccupazioni non avevano ragione di esistere, ma andavano comprese e “lavorate”.  La mancata risposta, dunque, è stata una preziosa occasione per praticare su queste dinamiche!

Quando tutte le aspettative si sono dissolte e ho sentito la pace e l’amore per riscrivere, l’ho fatto.

Anche questa volta è passato parecchio tempo… ma l’attesa non era più tale… mi sono sentita come quando da bambina ho lasciato libero nel cielo un palloncino con dentro un biglietto di pace, piena di fiducia in quel seme che non piantavo io, ma la vita stessa attraverso di me. 

E un bel giorno… ecco che la lettera arriva!

Carmine (nome di fantasia) aveva apposto un francobollo del grande Torino, quello storico ed immortale. La prima emozione è stata una grande tenerezza perché quel francobollo mi ha riportato al 1976 quando, all’età di quattro anni, con tutta la famiglia andammo a festeggiare la vittoria dello scudetto della nostra squadra del cuore!

Le emozioni hanno un loro tempo, ti attraversano e ti trasportano, dilatano i secondi, ti lasciano sospesa ma presente. 

La lettura delle parole del mio nuovo amico, quel contatto autentico, mi hanno fatto sentire la presenza del ponte che ci unisce tutti quando , come Daniel Lumera insegna, abbiamo il coraggio di amare.”

Michela

Immagine: Bambina con palloncino di Banksy